Mettiamo a confronto il Dentascan con la CONE BEAM, analizzando i pregi e i difetti delle due tecnologie.

Cos’è il Dentalscan?

La TC Dentale, più comunemente detta Dentalscan, è un software di ricostruzione radiografica dedicato allo studio delle arcate dentarie, applicato alle acquisizioni dei mascellari ottenute tramite Tac.
L’esame effettuato con l’utilizzo del Dentalscan aumenta sensibilmente le possibilità diagnostiche rispetto all’ortopanoramica poiché fornisce immagini con un elevato e preciso rapporto di ingrandimento; inoltre, ha una notevole capacità di discriminazione del tessuto osseo rispetto ai tessuti molli circostanti, individuando con esattezza quantità e qualità dell’osso.

Punti deboli

Come prima controindicazione tendiamo a sottolineare l’elevata dose di radiazioni ionizzanti a cui il paziente è costretto a sottoporsi per acquisire le immagini; un dato che non va mai perso di vista. Oltre a ciò le immagini acquisite saranno statiche.
Considerando l’evoluzione digitale della moderna tecnologia applicata all’odontoiatria – scanner intraorali, CAD-CAM, etc. – le immagini prodotte dal Dentalscan hanno una difficoltà di dialogo con l’attuale strumentazione: in poche parole risultano obsolete.

Perché consigliamo la CBCT?

La CONE BEAM nasce come un’innovativa apparecchiatura dedicata esclusivamente al ramo dell’odonto-stomatologica e del maxillo-facciale. Essendo stata progettata specificatamente per questi campi, la CBCT riesce a fornire le risposte a tutte le problematiche riscontrate dai Medici Odontoiatri.
La CBCT è una tomografia computerizzata realizzata mediante l’utilizzo di un fascio conico di raggi X: durante la scansione, il macchinario ruota a 360° intorno la testa del paziente eseguendo fino a 600 immagini della zona anatomica presa in considerazione. Successivamente il software raccoglie i dati e, in modo automatico, ricostruisce l’anatomia del paziente in 3D. L’immagine tridimensionale prodotta è composta composta da Voxel di dimensione isotropica che, in un secondo momento, possono essere visualizzati attraverso software dedicati. L’acquisizione così diventa centrale e indispensabile nella diagnosi, nella pianificazione del trattamento odontoiatrico e nell’esecuzione delle tecniche di implantologia computer-assistite.

Punti di forza della CBCT:

  • Minori esposizioni per il paziente;i
  • Facilità e velocità di utilizzo;
  • Ingombri e costi contenuti.

Cenni sull’importanza della CONE BEAM nella diagnosi e nel trattamento odontoiatrico.

CONE BEAM e odontoiatria

Grazie al poderoso sviluppo di questa strumentazione di indagine radiologica, negli ultimi anni la tecnica di acquisizione TC CONE BEAM (CBCT) ha permesso la visualizzazione 3D del complesso cranio maxillo facciale in ogni sua sezione dello spazio. Le implicazioni sono molte: dalla più accurata pianificazione del trattamento in ortodonzia alla più sicura pratica chirurgica ortognatica. Vediamo nello specifico quali possono essere alcune delle sue applicazioni.

Campi di applicazione della CONE BEAM

Le applicazioni della CBCT sono molteplici. In questa sede analizzeremo gli utilizzi più diffusi di questa tecnica radiologica.
Nell’ambito odontostomatologico è possibile studiare con efficacia i denti inclusi, soprannumerari ed ectopici; inoltre, è possibile evidenziare i loro rapporti con le strutture limitrofe come le cavità mascellari, le fosse nasali ed il nervo alveolare inferiore. In endodonzia possiamo valutare in modo corretto i pre e post-trattamenti delle lesioni apicali.
La TC CONE BEAM esprime tutta la sua validità nel fornire al Medico Odontoiatra i giusti dati per una corretta pianificazione pre-chirurgica (con studio della eventuale malattia paradontale associata) che post-chirurgica, con valutazione del rialzo osseo, se effettuato, e dell’eventuale mal posizionamento impiantare.
Dato il preciso riscontro di dettagli anatomici la CBCT trova grande applicazione nella diagnosi e nella cura delle patologie sinusali. Le immagini fornite sono di fondamentale importanza ai fini dell’eventuale chirurgia endoscopica sinusale e per la successiva verifica degli esiti chirurgici.
Un’altra applicazione della CBCT riguarda lo studio delle articolazioni temporo-mandibolari (ATM), con valutazione dell’anatomia o della patologia specie se osteo-artritica. È indicata nelle anomalie ossee del massiccio facciale, come la palatoschisi, con cui è possibile pianificare e verificare il trattamento chirurgico. Consente inoltre di individuare alterazioni ossee di tipo flogistico (osteomielite), neoplastico o traumatico (comprese le fratture dentali).

Il quadro delle applicazioni cliniche dell’esame TAC CONE BEAM

Analisi di:

  • Denti inclusi
  • Denti soprannumerari
  • Terzo molare ritenuto
  • Articolazione temporo-mandibolare
  • Seni mascellari
  • Canale radicolare
  • Piccole fratture radicolari
  • Malattie parodontali/endodontiche

Pianificazione di:

  • Trattamenti implantari
  • Trattamenti ortodontici
  • Chirurgia ortognatica/orale

I rischi per il paziente

Dobbiamo ricordare che per l’utilizzo della tecnica CONE BEAM non deve, in nessun caso, minimizzare i rischi di esposizione del paziente alle radiazioni ionizzate prodotte da tale strumentazione, anche se molto bassa.
Secondo i principi alla base della radioprotezione, infatti, nessuna dose è di per sé trascurabile, in quanto per ogni esposizione sussiste sempre il rischio di possibili lesioni per effetti di tipo stocastico, anche se la gravità degli effetti risultano indipendenti dalla stessa, manifestandosi in tempi molto lunghi, come avviene per gli effetti ereditari o per lo sviluppo di neoplasie.
L’esposizione alle TC CONE BEAM è variabile a seconda della superficie presa in esame: Kapila et al. (2011) nel loro lavoro di revisione della letteratura analizzano le esposizioni della CBCT nelle pratiche odontoiatriche arrivando ai seguenti risultati: 87-206 mSv per una completa scansione del cranio, 14,2-24,3 Sv per la panoramica tradizionale, 10,4 mS per una teleradiografia in latero-laterale e 13-100 uS per uno status di endorali.
Da questi risultati si evince che l’esposizione alle radiazioni in una CBCT sia pari o leggermente superiore rispetto a quella dell’imaging tradizionale.

Ulteriori considerazioni

La CBCT deve essere effettuata nel pieno rispetto dei requisiti di giustificazione: l’accettabilità dei rischi può essere considerata unicamente in relazione al rapporto rischio/beneficio valutato. Inoltre la strumentazione dovrà essere gestita da personale altamente qualificato, opportunamente formato e con adeguata esperienza, come indica l’art.7 del decreto legislativo n.187/2000 “Attuazione della direttiva 97/43/EURATOM in materia di protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizioni mediche”.

Cenni sull’importanza della CONE BEAM nella diagnosi e nel trattamento odontoiatrico.


La CBCT (Cone Beam Computed Tomography), o tomografia computerizzata a fascio conico, è una moderna apparecchiatura nata per garantire al paziente un’elevata qualità diagnostica in favore di una bassa dose di radiazione ionizzante. La CONE BEAM è da considerarsi la diretta evoluzione della precedente tecnologia odontoiatrica denominata “Dentalscan”, utilizzata per lo studio delle arcate dentarie.

CONE BEAM e odontoiatria

La CBCT continua, ininterrottamente, ad ampliare il suo potenziale nel mondo odontoiatrico. Trova la massima diffusione e applicazione nella chirurgia implantoprotesica, sia in riferimento alla procedura standard sia alle moderne metodiche computer-assistite.
Le ultime evoluzioni delle apparecchiature CONE BEAM, sempre più performanti e con un eccezionale basso rilascio di radiazioni ionizzanti, permettono acquisizioni volumetriche complete e incredibilmente dettagliate in pochi secondi. Visto questi eccezionali benefici che porta con sé il corretto impiego della tecnologia CONE BEAM, il posizionamento di una fixture implantare non può che comportare un’acquisizione 3D della zona in cui verrà applicato il trattamento odontoiatrico attraverso la tecnica CBCT. Tutti i protocolli sanitari consigliano di avvalersi di questa tecnica, la quale garantisce una corretta pianificazione dell’intervento e una sicura protezione del paziente: elementi alla base di un corretta e positiva pratica chirurgica.

La tecnologia del futuro

La moderna odontoiatria accoglie con favore e positività le ultime tendenze in ambito tecnologico, approcciando con entusiasmo alle moderne tecniche come scanner intraorali, CBCT e CEREC. Le piattaforme tecnologiche e le varie interazioni digitali tra i macchinari, software di chirurgia e, non per ultimo, del medico odontoiatra permettono, e permetteranno sempre più, di ridurre a zero gli errori di diagnosi e di pratiche chirurgiche, a tutto vantaggio sia delle aspettative del paziente sia delle previsioni formulate dal medico odontoiatria.

Il presupposto per la legittimità dell’attività medica.

Cos’è il consenso informato?

Il consenso informato è un modulo prestampato che contiene le avvertenze principali riguardanti i trattamenti sanitari che verranno praticati al paziente. Il consenso informato nasce dal principio dell’art. 32 della Costituzione italiana secondo cui nessuno può essere sottoposto a trattamenti medici contro la sua volontà. Qualsiasi accertamento diagnostico non può essere effettuato senza il valido consenso della persona interessata; ma non basta; infatti il paziente deve ricevere idonee ed esaurienti informazioni riguardanti l’esame a cui sarà sottoposto, facendo menzione anche ai rischi medico–legali che potrebbero derivare dal trattamento stesso.

Cosa dice la legge?

Quanto alla forma del consenso la legge non richiede che esso sia manifestato necessariamente in forma scritta. Tuttavia, un assenso scritto agevola la struttura sanitaria nel momento in cui viene messa in discussione l’esistenza del consenso medesimo, essendo la prova che il paziente ha accettato volontariamente il trattamento.
Il Consenso Informato è un obbligo contrattuale e la violazione del dovere d’informazione dà luogo a varie responsabilità civili e penali. La legge 145 del 28 marzo 2001 ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano riguardo all’applicazione della biologia e della medicina. Questa intesa si basa sulla Convenzione sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina, fatta a Oviedo il 4 aprile 1997. Il capitolo II della convenzione di Oviedo è dedicato al consenso. Riportiamo integralmente l’art. 5 in qui si stabilisce la regola generale del consenso: “Un intervento, nel campo della salute, non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato. Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell’intervento e sulle conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata, può in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso”
Inoltre, anche il Codice Penale fa riferimento alla necessità di munirsi preventivamente del consenso del paziente. L’art.50 c.p. (Consenso dell’avente diritto) dispone che: “Non è punibile chi lede o pone in pericolo un diritto con il consenso della persona che può validamente disporne”.

Come è strutturato un consenso informato?

In tale documento devono essere portati a conoscenza in modo facilmente comprensibile al paziente tutti i rischi connessi al trattamento sanitario, a fronte dei benefici attesi. Il documento deve altresì contenere una relazione clinica a motivazione della scelta di sottoporre il paziente a questo tipo di trattamento sanitario e le altre informazioni riguardanti la giustificazione della pratica, indicando anche la dose che verrà somministrata.

Cosa dare al paziente e cosa conservare?

L’odontoiatra o il medico specialista dovrà provvedere ad una appropriata conservazione cartacea e/o informatica dell’originale per un periodo non inferiore ai 5 anni. Inoltre, deve essere assicurata l’archiviazione, sempre per un periodo non inferiore a 5 anni, di tutte le immagini realizzate con l’apparecchiatura (anche se di prova o per i controlli di funzionalità).
Su apposito registro, anche di tipo digitale, devono essere registrati tutti gli esami eseguiti, al fine di consentire le valutazioni delle esposizioni ai sensi dell’art. 12 del decreto legislativo n.187/2000, nonché i relativi controlli da parte degli organi di vigilanza. Il numero totale delle esposizioni registrate dovrà corrispondere alla somma delle esposizioni evidenziate dal contatore dell’apparecchiatura.
Una copia del consenso informato, sottoscritta dal paziente e controfirmata dal medico specialista o dall’odontoiatra, dovrà essere consegnata al paziente stesso. Inoltre, al paziente deve essere consegnata l’iconografia completa dell’esame (anche in formato digitale) necessaria per eventuale comparazione con esami precedenti o successivi, oltre che per valutazioni da parte di altri specialisti, nonché per motivi medico-legali.