Caso clinico I: cisti sul 26

Come ben sappiamo la medicina è una parte considerevole del vasto mondo delle scienze e, come ogni disciplina scientifica, è in costante trasformazione: convinzioni che oggi diamo per certe, fra qualche anno potrebbero risultare obsolete.

Specialmente nella pratica medica, le rigide regole della medicina non sempre riescono a interpretare ciò che osserviamo; in questi casi dobbiamo far spazio ad una parte delle nostre capacità e della nostra intelligenza che sono mediate dall’esperienza professionale e dall’intuito.

Un accertamento diagnostico aggiuntivo per i casi di dubbia risoluzione non potrà che essere la prassi, andando a risolvere le nostre incertezze e organizzando l’intervento con sicurezza. Ricordiamo che al centro del nostro lavoro c’è il benessere del paziente e la qualità dell’intervento.

Per questi motivi vogliamo mettere a vostra disposizione la nostra profonda conoscenza in ambito radiologico dando inizio a una rubrica in cui analizzeremo una serie di casi clinici in cui l’esame radiografico 2D risultava impreciso per il corretto svolgimento della pratica clinico-chirurgica. Questi casi clinici si sono potuti risolvere in modo corretto ed efficace solamente tramite l’esecuzione di un esame CBCT, facendoci comprendere l’importanza della diagnosi differenziale e della maggiore quantità di informazioni che la CONE BEAM è in grado di fornirci.

Caso clinico I: cisti sul 26

Il paziente ha eseguito una classica TC bidimensionale per una sospetta cisti nel secondo quadrante.

In questa prima immagine è visibile questa irregolarità. 

L’immagine successiva, acquisita mediante tecnica CBCT, possiamo osservare le crossaction del distretto anatomico preso in considerazione.

Risulta evidente che la cisti è in realtà un recesso del seno mascellare sinistro, ovvero una frequente anomalia anatomica riscontrabile in diversi pazienti.

In conclusione, non vi è stata estrazione dentale né rimozione della lesione cistica.