Riguardo all’Ortopanoramica è stato scritto tutto e il contrario di tutto. Partiamo, quindi, da un dato di fatto inequivocabile: da oltre cinquant’anni, in odontoiatria, l’Ortopanoramica è in assoluto l’esame di screening più richiesto.

Nel corso del tempo, la metodica tecnologica che ruota intorno a questo esame è andata migliorando a vantaggio della qualità dell’imaging e, non per ultima, della dose efficace erogata al paziente.

Anche la metamorfosi del suo nome ha subito, nel tempo, delle importanti variazioni, riflettendo le profonde innovazioni tecnologiche che sono alla base del suo funzionamento: era nata come Ortopantomografia, diventata successivamente Ortopanoramica, poi Panoramica Dentale ed infine OPT, un rapido ed intuitivo appellativo che quotidianamente utilizzano gli operatori per identificarla.

L’evoluzione tecnologica

Le innovazioni tecnologiche, come accennato sopra, sono state radicali e molto efficaci: siamo passati dal sistema di acquisizione analogico a uno digitale; dalla camera oscura al computer; dalla pellicola radiografica al CD.

Il rinnovamento non ha investito solo la tecnologia ma anche i processi di analisi e sviluppo dell’esame. Grazie alle moderne tecnologie digitali siamo in grado addirittura di correggere gli errori di mal posizionamento del paziente; i software consentono di modificare le tonalità e i contrasti dell’immagine, altresì permettono la simulazione del posizionamento delle fixture implantari e delle componentistiche protesiche.

Pregi e limiti dell’OPT

Alla metodica OPT è universalmente riconosciuta la sua minima invasività per il paziente; la bassa dose di radiazioni ionizzanti, in grado di preservare gli più organi sensibili, rispetto ad altri esami diagnostici; la sua completezza d’informazioni, per adempiere a un’efficace diagnosi di prima istanza, complementare alla valutazione clinico-obiettiva del Medico Odontoiatra.

Tuttavia, anche per l’OPT non è tutto oro ciò che luccica. I limiti principali di questa metodica sono: la visione bidimensionale dell’esame; gli errori da artefatti da trascinamento che possono indurre il clinico a errate diagnosi; la difficoltà nel posizionamento del paziente.

L’integrazione di questo esame con metodiche di II livello, come la CBCT e la RM, sono sempre consigliate e indicate laddove previsto.

Non solo carie

A qualcuno potrebbe sfuggire, ma una semplice OPT può perfino evidenziare lesioni neoplastiche o formazioni di dubbia interpretazione. Per questa ragione è consigliabile fare affidamento su una valutazione clinica di uno specialista di branca come il Medico Radiologo, in grado di restituire un’attenta e scrupolosa analisi dell’esame clinico. Una seconda opinione può essere determinante nel prosieguo di una pratica clinica idonea e sicura.

Cuore del recente decreto legislativo è la definizione delle norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, in attuazione della direttiva 2013/59/Euratom (Comunità europea dell’energia atomica).

Come per tutti i decreti che introducono un’innovazione della legislazione è molto alto il rischio che si creino vuoti normativi e incomprensioni; infatti, anche questa volta, la nuova legislazione non ha visto l’approvazione di molte associazioni di categoria, ordini professionali, Odontoiatri,  E.R. produttori e rivenditori di apparecchiature RX. Capire la portata innovativa del D.Lgs 101/2020 non è semplice, visto le 337 pagine, 245 articoli, 35 allegati, linee guida di organizzazioni scientifiche, pubblicazioni, studi, ricerche, protocolli tecnici rilevanti in ambito nazionale e internazionale. Sarà il tempo, l’operatività e l’esperienza ad indicarci il futuro della gestione di questa complessa materia e, sicuramente, ci saranno cambiamenti, gli stessi che ci hanno portato dal DPR 185/64  al DL.gs 230/95, successivamente, al 187/2000, fino ad arrivare ad oggi, all’applicazione del Testo D.Lgs.101/2020. Non si torna più indietro.

Per via della notevole complessità del tema abbiamo deciso di dare vita ad una serie di articoli finalizzati a rendere l’argomento più fruibile ai soggetti destinatari del decreto; nello specifico ci siamo soffermati ad analizzare quali effetti dell’aggiornamento normativo produrranno nel campo odontoiatrico.

Per decifrare il nuovo assetto normativo possiamo partire da una domanda centrale: il medico odontoiatra può detenere, nel suo studio, un’apparecchiatura volumetrica CONE BEAM? Da questo quesito di vitale importanza per lo svolgimento dell’attività clinico odontoiatrica scaturiscono tutta una serie di domande correlate, non di minore importanza: Quando il medico odontoiatra può utilizzarla? Deve avere una formazione specifica? Deve ottemperare a pratiche burocratiche?

Le risposte ai precedenti quesiti non sono immediate, ma vanno delineate introducendo la situazione normativa nel contesto operativo specifico dell’odontoiatra. Nelle strutture sanitarie dedicate all’Odontoiatria la pratica Radiologica esercitata è classificata “attività Radiodiagnostica complementare all’esercizio clinico dell’odontoiatra”, cioè attività di ausilio diretto al medico specialista o all’odontoiatra per lo svolgimento di specifici interventi di carattere strumentale propri della disciplina, purché Contestuali, integrati e Indilazionabili, rispetto all’espletamento della procedura specialistica.
La radiologia odontoiatrica per lo studio clinico dell’odonto-maxillo-facciale si avvale della diagnostica strumentale (endorale, panoramico e CBCT) complementare all’attività clinica del medico odontoiatra.
In linea generale possiamo affermare che il possesso e l’utilizzo delle apparecchiature radiografiche è consentito a patto che vengano rispettati, per gli esami effettuati con tale apparecchiature, i principi di giustificazione e ottimizzazione e che il medico odontoiatra sia opportunamente formato nel suo utilizzo.

La materia fondante del nuovo assetto normativo è la radioprotezione, nello specifico “sorveglianza fisica”, ovvero l’insieme dei dispositivi adottati, delle valutazioni, delle misure e degli esami effettuati, delle indicazioni fornite e dei provvedimenti formulati dall’esperto di radioprotezione al fine di garantire la protezione sanitaria dei lavoratori e degli individui della popolazione; come detto all’inizio il dlgs 101/20 segue gli aggiornamenti europei in materia, nello specifico la direttiva 2013/59/Euratom e le raccomandazioni delle società scientifiche rilevanti.
La sorveglianza fisica è una disciplina autonoma nata nel campo applicativo della radioprotezione, con il fine di studiare nuove pratiche e tecniche per la protezione dell’uomo e degli ambienti dagli effetti nocivi delle radiazioni ionizzanti. Il legislatore, europeo e italiano, nel produrre la nuova normativa, si è avvalso di competenze specifiche nell’ambito della radioprotezione, le quali hanno trasferito nelle norme le conoscenze per la salvaguardia della salute dei lavoratori e dei pazienti esposti alle radiazioni.

Questa legge va a normare anche la detenzione e l’utilizzo delle apparecchiature radiologiche nella pratica medica odontoiatrica. Per garantire che l’attività del medico odontoiatra sia a rigor di legge la suddetta deve essere coordinata da profili specifici al fine di garantire che le esposizioni derivanti dagli esami diagnostici siano congrue, sia in termini dei principi basilari di giustificazione e di ottimizzazione della dose, sia per quanto riguarda la qualità e la raccolta delle immagini diagnostiche.

Il caso

Il medico odontoiatra esegue al paziente un’ortopanoramica come esame di prima istanza per eseguire un’estrazione dell’elemento 16.

Una successiva acquisizione 3D del mascellare superiore del paziente ha messo in evidenza anche un’altra patologia, non apprezzabile dalla prima immagine: il paziente ha un’importante lesione osteolitica di natura  cistica follicolare con 23 incluso, e interessamento di più elementi ed erosione della corticale ossea.

Conclusioni

Grazie all’immagine 3D – che contiene più dettagli e informazioni – è stato possibile, al medico odontoiatra, definire un quadro clinico più esauriente, presentando le priorità di intervento al paziente.

Il trattamento chirurgico della cisti, una patologia più seria e invasiva, ha avuto la priorità di trattamento rispetto alla probabile frattura radicolare di 16 con l’eventuale estrazione.

Come ben sappiamo la medicina è una parte considerevole del vasto mondo delle scienze e, come ogni disciplina scientifica, è in costante trasformazione: convinzioni che oggi diamo per certe, fra qualche anno potrebbero risultare obsolete.

Specialmente nella pratica medica, le rigide regole della medicina non sempre riescono a interpretare ciò che osserviamo; in questi casi dobbiamo far spazio ad una parte delle nostre capacità e della nostra intelligenza che sono mediate dall’esperienza professionale e dall’intuito.

Un accertamento diagnostico aggiuntivo per i casi di dubbia risoluzione non potrà che essere la prassi, andando a risolvere le nostre incertezze e organizzando l’intervento con sicurezza. Ricordiamo che al centro del nostro lavoro c’è il benessere del paziente e la qualità dell’intervento.

Per questi motivi vogliamo mettere a vostra disposizione la nostra profonda conoscenza in ambito radiologico dando inizio a una rubrica in cui analizzeremo una serie di casi clinici in cui l’esame radiografico 2D risultava impreciso per il corretto svolgimento della pratica clinico-chirurgica. Questi casi clinici si sono potuti risolvere in modo corretto ed efficace solamente tramite l’esecuzione di un esame CBCT, facendoci comprendere l’importanza della diagnosi differenziale e della maggiore quantità di informazioni che la CONE BEAM è in grado di fornirci.

Caso clinico I: cisti sul 26

Il paziente ha eseguito una classica TC bidimensionale per una sospetta cisti nel secondo quadrante.

In questa prima immagine è visibile questa irregolarità. 

L’immagine successiva, acquisita mediante tecnica CBCT, possiamo osservare le crossaction del distretto anatomico preso in considerazione.

Risulta evidente che la cisti è in realtà un recesso del seno mascellare sinistro, ovvero una frequente anomalia anatomica riscontrabile in diversi pazienti.

In conclusione, non vi è stata estrazione dentale né rimozione della lesione cistica.

Mettiamo a confronto il Dentascan con la CONE BEAM, analizzando i pregi e i difetti delle due tecnologie.

Cos’è il Dentalscan?

La TC Dentale, più comunemente detta Dentalscan, è un software di ricostruzione radiografica dedicato allo studio delle arcate dentarie, applicato alle acquisizioni dei mascellari ottenute tramite Tac.
L’esame effettuato con l’utilizzo del Dentalscan aumenta sensibilmente le possibilità diagnostiche rispetto all’ortopanoramica poiché fornisce immagini con un elevato e preciso rapporto di ingrandimento; inoltre, ha una notevole capacità di discriminazione del tessuto osseo rispetto ai tessuti molli circostanti, individuando con esattezza quantità e qualità dell’osso.

Punti deboli

Come prima controindicazione tendiamo a sottolineare l’elevata dose di radiazioni ionizzanti a cui il paziente è costretto a sottoporsi per acquisire le immagini; un dato che non va mai perso di vista. Oltre a ciò le immagini acquisite saranno statiche.
Considerando l’evoluzione digitale della moderna tecnologia applicata all’odontoiatria – scanner intraorali, CAD-CAM, etc. – le immagini prodotte dal Dentalscan hanno una difficoltà di dialogo con l’attuale strumentazione: in poche parole risultano obsolete.

Perché consigliamo la CBCT?

La CONE BEAM nasce come un’innovativa apparecchiatura dedicata esclusivamente al ramo dell’odonto-stomatologica e del maxillo-facciale. Essendo stata progettata specificatamente per questi campi, la CBCT riesce a fornire le risposte a tutte le problematiche riscontrate dai Medici Odontoiatri.
La CBCT è una tomografia computerizzata realizzata mediante l’utilizzo di un fascio conico di raggi X: durante la scansione, il macchinario ruota a 360° intorno la testa del paziente eseguendo fino a 600 immagini della zona anatomica presa in considerazione. Successivamente il software raccoglie i dati e, in modo automatico, ricostruisce l’anatomia del paziente in 3D. L’immagine tridimensionale prodotta è composta composta da Voxel di dimensione isotropica che, in un secondo momento, possono essere visualizzati attraverso software dedicati. L’acquisizione così diventa centrale e indispensabile nella diagnosi, nella pianificazione del trattamento odontoiatrico e nell’esecuzione delle tecniche di implantologia computer-assistite.

Punti di forza della CBCT:

  • Minori esposizioni per il paziente;i
  • Facilità e velocità di utilizzo;
  • Ingombri e costi contenuti.

Cenni sull’importanza della CONE BEAM nella diagnosi e nel trattamento odontoiatrico.

CONE BEAM e odontoiatria

Grazie al poderoso sviluppo di questa strumentazione di indagine radiologica, negli ultimi anni la tecnica di acquisizione TC CONE BEAM (CBCT) ha permesso la visualizzazione 3D del complesso cranio maxillo facciale in ogni sua sezione dello spazio. Le implicazioni sono molte: dalla più accurata pianificazione del trattamento in ortodonzia alla più sicura pratica chirurgica ortognatica. Vediamo nello specifico quali possono essere alcune delle sue applicazioni.

Campi di applicazione della CONE BEAM

Le applicazioni della CBCT sono molteplici. In questa sede analizzeremo gli utilizzi più diffusi di questa tecnica radiologica.
Nell’ambito odontostomatologico è possibile studiare con efficacia i denti inclusi, soprannumerari ed ectopici; inoltre, è possibile evidenziare i loro rapporti con le strutture limitrofe come le cavità mascellari, le fosse nasali ed il nervo alveolare inferiore. In endodonzia possiamo valutare in modo corretto i pre e post-trattamenti delle lesioni apicali.
La TC CONE BEAM esprime tutta la sua validità nel fornire al Medico Odontoiatra i giusti dati per una corretta pianificazione pre-chirurgica (con studio della eventuale malattia paradontale associata) che post-chirurgica, con valutazione del rialzo osseo, se effettuato, e dell’eventuale mal posizionamento impiantare.
Dato il preciso riscontro di dettagli anatomici la CBCT trova grande applicazione nella diagnosi e nella cura delle patologie sinusali. Le immagini fornite sono di fondamentale importanza ai fini dell’eventuale chirurgia endoscopica sinusale e per la successiva verifica degli esiti chirurgici.
Un’altra applicazione della CBCT riguarda lo studio delle articolazioni temporo-mandibolari (ATM), con valutazione dell’anatomia o della patologia specie se osteo-artritica. È indicata nelle anomalie ossee del massiccio facciale, come la palatoschisi, con cui è possibile pianificare e verificare il trattamento chirurgico. Consente inoltre di individuare alterazioni ossee di tipo flogistico (osteomielite), neoplastico o traumatico (comprese le fratture dentali).

Il quadro delle applicazioni cliniche dell’esame TAC CONE BEAM

Analisi di:

  • Denti inclusi
  • Denti soprannumerari
  • Terzo molare ritenuto
  • Articolazione temporo-mandibolare
  • Seni mascellari
  • Canale radicolare
  • Piccole fratture radicolari
  • Malattie parodontali/endodontiche

Pianificazione di:

  • Trattamenti implantari
  • Trattamenti ortodontici
  • Chirurgia ortognatica/orale

I rischi per il paziente

Dobbiamo ricordare che per l’utilizzo della tecnica CONE BEAM non deve, in nessun caso, minimizzare i rischi di esposizione del paziente alle radiazioni ionizzate prodotte da tale strumentazione, anche se molto bassa.
Secondo i principi alla base della radioprotezione, infatti, nessuna dose è di per sé trascurabile, in quanto per ogni esposizione sussiste sempre il rischio di possibili lesioni per effetti di tipo stocastico, anche se la gravità degli effetti risultano indipendenti dalla stessa, manifestandosi in tempi molto lunghi, come avviene per gli effetti ereditari o per lo sviluppo di neoplasie.
L’esposizione alle TC CONE BEAM è variabile a seconda della superficie presa in esame: Kapila et al. (2011) nel loro lavoro di revisione della letteratura analizzano le esposizioni della CBCT nelle pratiche odontoiatriche arrivando ai seguenti risultati: 87-206 mSv per una completa scansione del cranio, 14,2-24,3 Sv per la panoramica tradizionale, 10,4 mS per una teleradiografia in latero-laterale e 13-100 uS per uno status di endorali.
Da questi risultati si evince che l’esposizione alle radiazioni in una CBCT sia pari o leggermente superiore rispetto a quella dell’imaging tradizionale.

Ulteriori considerazioni

La CBCT deve essere effettuata nel pieno rispetto dei requisiti di giustificazione: l’accettabilità dei rischi può essere considerata unicamente in relazione al rapporto rischio/beneficio valutato. Inoltre la strumentazione dovrà essere gestita da personale altamente qualificato, opportunamente formato e con adeguata esperienza, come indica l’art.7 del decreto legislativo n.187/2000 “Attuazione della direttiva 97/43/EURATOM in materia di protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizioni mediche”.

Cenni sull’importanza della CONE BEAM nella diagnosi e nel trattamento odontoiatrico.


La CBCT (Cone Beam Computed Tomography), o tomografia computerizzata a fascio conico, è una moderna apparecchiatura nata per garantire al paziente un’elevata qualità diagnostica in favore di una bassa dose di radiazione ionizzante. La CONE BEAM è da considerarsi la diretta evoluzione della precedente tecnologia odontoiatrica denominata “Dentalscan”, utilizzata per lo studio delle arcate dentarie.

CONE BEAM e odontoiatria

La CBCT continua, ininterrottamente, ad ampliare il suo potenziale nel mondo odontoiatrico. Trova la massima diffusione e applicazione nella chirurgia implantoprotesica, sia in riferimento alla procedura standard sia alle moderne metodiche computer-assistite.
Le ultime evoluzioni delle apparecchiature CONE BEAM, sempre più performanti e con un eccezionale basso rilascio di radiazioni ionizzanti, permettono acquisizioni volumetriche complete e incredibilmente dettagliate in pochi secondi. Visto questi eccezionali benefici che porta con sé il corretto impiego della tecnologia CONE BEAM, il posizionamento di una fixture implantare non può che comportare un’acquisizione 3D della zona in cui verrà applicato il trattamento odontoiatrico attraverso la tecnica CBCT. Tutti i protocolli sanitari consigliano di avvalersi di questa tecnica, la quale garantisce una corretta pianificazione dell’intervento e una sicura protezione del paziente: elementi alla base di un corretta e positiva pratica chirurgica.

La tecnologia del futuro

La moderna odontoiatria accoglie con favore e positività le ultime tendenze in ambito tecnologico, approcciando con entusiasmo alle moderne tecniche come scanner intraorali, CBCT e CEREC. Le piattaforme tecnologiche e le varie interazioni digitali tra i macchinari, software di chirurgia e, non per ultimo, del medico odontoiatra permettono, e permetteranno sempre più, di ridurre a zero gli errori di diagnosi e di pratiche chirurgiche, a tutto vantaggio sia delle aspettative del paziente sia delle previsioni formulate dal medico odontoiatria.

Il presupposto per la legittimità dell’attività medica.

Cos’è il consenso informato?

Il consenso informato è un modulo prestampato che contiene le avvertenze principali riguardanti i trattamenti sanitari che verranno praticati al paziente. Il consenso informato nasce dal principio dell’art. 32 della Costituzione italiana secondo cui nessuno può essere sottoposto a trattamenti medici contro la sua volontà. Qualsiasi accertamento diagnostico non può essere effettuato senza il valido consenso della persona interessata; ma non basta; infatti il paziente deve ricevere idonee ed esaurienti informazioni riguardanti l’esame a cui sarà sottoposto, facendo menzione anche ai rischi medico–legali che potrebbero derivare dal trattamento stesso.

Cosa dice la legge?

Quanto alla forma del consenso la legge non richiede che esso sia manifestato necessariamente in forma scritta. Tuttavia, un assenso scritto agevola la struttura sanitaria nel momento in cui viene messa in discussione l’esistenza del consenso medesimo, essendo la prova che il paziente ha accettato volontariamente il trattamento.
Il Consenso Informato è un obbligo contrattuale e la violazione del dovere d’informazione dà luogo a varie responsabilità civili e penali. La legge 145 del 28 marzo 2001 ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano riguardo all’applicazione della biologia e della medicina. Questa intesa si basa sulla Convenzione sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina, fatta a Oviedo il 4 aprile 1997. Il capitolo II della convenzione di Oviedo è dedicato al consenso. Riportiamo integralmente l’art. 5 in qui si stabilisce la regola generale del consenso: “Un intervento, nel campo della salute, non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato. Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell’intervento e sulle conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata, può in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso”
Inoltre, anche il Codice Penale fa riferimento alla necessità di munirsi preventivamente del consenso del paziente. L’art.50 c.p. (Consenso dell’avente diritto) dispone che: “Non è punibile chi lede o pone in pericolo un diritto con il consenso della persona che può validamente disporne”.

Come è strutturato un consenso informato?

In tale documento devono essere portati a conoscenza in modo facilmente comprensibile al paziente tutti i rischi connessi al trattamento sanitario, a fronte dei benefici attesi. Il documento deve altresì contenere una relazione clinica a motivazione della scelta di sottoporre il paziente a questo tipo di trattamento sanitario e le altre informazioni riguardanti la giustificazione della pratica, indicando anche la dose che verrà somministrata.

Cosa dare al paziente e cosa conservare?

L’odontoiatra o il medico specialista dovrà provvedere ad una appropriata conservazione cartacea e/o informatica dell’originale per un periodo non inferiore ai 5 anni. Inoltre, deve essere assicurata l’archiviazione, sempre per un periodo non inferiore a 5 anni, di tutte le immagini realizzate con l’apparecchiatura (anche se di prova o per i controlli di funzionalità).
Su apposito registro, anche di tipo digitale, devono essere registrati tutti gli esami eseguiti, al fine di consentire le valutazioni delle esposizioni ai sensi dell’art. 12 del decreto legislativo n.187/2000, nonché i relativi controlli da parte degli organi di vigilanza. Il numero totale delle esposizioni registrate dovrà corrispondere alla somma delle esposizioni evidenziate dal contatore dell’apparecchiatura.
Una copia del consenso informato, sottoscritta dal paziente e controfirmata dal medico specialista o dall’odontoiatra, dovrà essere consegnata al paziente stesso. Inoltre, al paziente deve essere consegnata l’iconografia completa dell’esame (anche in formato digitale) necessaria per eventuale comparazione con esami precedenti o successivi, oltre che per valutazioni da parte di altri specialisti, nonché per motivi medico-legali.

Rischi di esposizione e qualità radiologica della CBCT (Cone Beam Computed Tomography).

Cos’è la CONE BEAM?

La TC volumetrica CONE BEAM o CBCT (Cone Beam Computed Tomography) è una sofisticata apparecchiatura tomografica computerizzata dotata di un generatore di raggi X in grado di emettere un fascio di raggi aperto di forma conica; una rotazione completa (360°) o semi-completa (180°) del dispositivo è in grado di scansionare, prima di essere analizzato, tutto il volume da esaminare, attenuandolo grazie a un avanzato sistema di rilevamento.

Il generatore di raggi X e il rilevatore sono solidali e allineati: il rivelatore, effettuando una rotazione insieme al generatore, riesce a captare l’impulso di raggi X che attraversa il corpo anatomico.

In origine, questo tipo di apparecchiatura era stata progettata per l’ambito radio-terapico. Successivamente, ha avuto un largo impiego nel campo della diagnostica odonto-maxillo-facciale.

Peculiarità della CBCT è la straordinaria capacità di risoluzione dei rivelatori consentendo di ottenere immagini di ottima qualità con dosi sottoposte al paziente inferiori a quelle somministrate abitualmente dalle tradizionali apparecchiature TC.

La quantità di radiazioni di un esame CONE BEAM

La tecnica CBCT si basa sul protocollo ALARA (As Low As Reasonably Achievable) elaborato nella legislazione nazionale di radioprotezione. Questi principi richiedono l’applicazione della più bassa dose necessaria per effettuare l’esame radiologico.

In particolare la  tecnica TC volumetrica CONE BEAM non utilizza apparecchiature che generano basse dosi di radiazioni, ma sfrutta piuttosto metodologie a bassa dose limitate all’analisi accurata delle misure della densità e nello studio delle parti molli del corpo anatomico.

I pazienti sottoposti ad esame odontoiatrico mediante TC volumetrica CONE BEAM assorbono una dose efficace sensibilmente superiore a quella assorbita nel caso di esami cefalometrici o ortopantomografo.

Nella tabella seguente sono riportati i valori di dose efficace tipici dei processi radiografici dentali stabiliti dall’IAEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica).

Tipo di esame dentale Dose efficace (μSv)
Esame radiografico dentale intraorale 1-8
Esame panoramico dentale 4-30
Esame cefalo metrico 2-3
Esame CBCT (piccoli volumi dento-alveolari) 34-652
Esame CBCT (grandi volumi cranio-facciali) 30-1079

Alcuni esempi

Per comprendere meglio la quantità di radiazioni assorbite durante un esame mediante tecnologia CBCT, riportiamo un breve elenco di varie fonti di radiazione alle quali siamo esposti nella vita di tutti i giorni. Questo elenco riporta dati puramente indicativi al solo scopo di mostrare i rapporti di grandezza tra le varie fonti; essendo valori medi, i quali possono variare in base all’utilizzo e alle circostanze in cui ci troviamo, questi dati vanno letti con molto spirito critico.

  • Radiazione giornaliera a bordo della Stazione Spaziale Internazionale: 1 mSv;
  • Radiazione annuale media di fondo in Italia: maggiore di 3 mSv;
  • TAC tradizionale: da 1 a 15 mSv;
  • Tomografia computerizzata CONE BEAM: 0,2 mSv;
  • Volo di 7 ore in aeroplano: 0,02 mSv;
  • Radiografia panoramica (2D): 0,01 mSv;

I vantaggi della CONE BEAM

Dopo questa breve descrizione sulla struttura e la quantità di radiazioni emessi dalla tecnologia CBCT riportiamo, in quattro punti, i vantaggi che secondo noi fanno della CONE BEAM la miglior tecnica d’esame nel campo della diagnostica odonto-maxillo-facciale.

Dosimetria e radiazione

Come detto, la CBCT fornisce una dose di radiazione ionizzante fino a sei volte inferiore a un equivalente esame con le tradizionali tecniche TC. Inoltre, permette di localizzare precisamente il campo d’esame sulla zona da studiare, escludendo dalle radiazioni le altre parti del cranio.

Rapidità ed esecuzione confortevole
L’esame può essere eseguito sia in piedi che in posizione seduta in soli 10 secondi e, grazie alla sua struttura “aperta”, non risulta di ostacolo in caso di pazienti ansiosi o claustrofobici.

Risoluzione spaziale e nitidezza dell’immagine

La CONE BEAM produce dei voxel isotropici da 500 μm a 75 μm, con un rapporto di ingrandimento di 1:1 con il quale è possibile perfezionare l’analisi delle strutture ossee e dentali. La risoluzione dei diversi piani spaziali è simile, se non superiore, a quella della TC tradizionale. Inoltre, in un’unica scansione, è possibile ricostruire entrambe le arcate mascellari senza dover ricorrere ad esami aggiuntivi.

Costi

La CBCT è sensibilmente più economica della TC tradizionale.

L’effettuazione  dell’esame  per  l’attività radiodiagnostica complementare dovrà essere assicurata direttamente da parte del medico specialista o dall’odontoiatra, opportunamente formato ed esperto, o anche, per gli aspetti pratici di esecuzione dell’indagine, avvalendosi del tecnico sanitario di radiologia medica.

Deve essere assicurata la verifica periodica della dose somministrata e della qualità delle immagini, avvalendosi della collaborazione di un esperto di fisica medica nell’ambito del programma di garanzia della qualità.

Deve essere effettuata una specifica formazione nell’utilizzazione della tecnologia nell’ambito dell’aggiornamento quinquennale di cui all’art. 7, comma 8, del decreto  legislativo  n.187/2000. Non mi risulta che in generale nei corsi di aggiornamento quinquennali sia sempre prevista una parte specifica dedicata alla CBCT.

Di seguito le Raccomandazioni sull’impiego corretto della CBCT emanate dal Ministero della Salute – Dipartimento della Sanità Pubblica e Dell’innovazione – Direzione Generale della Prevenzione e comunicato alle sedi Regionali alla Salute. (Pubblicate sulle G.U. Serie Generale n.124 del 29 maggio 2010).

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Raccomandazioni sull’impiego corretto della CBCT emanate dal Ministero della Salute